Luisa Napolitano
Forse è questo insegnare: fare in modo che a ogni lezione scocchi l’ora del risveglio
– Maya Angelou
Sono le colline di Valdobbiadene i primi panorami di Luisa Napolitano (Venezia, 1957), luoghi di gente che ha fatto la guerra e conosce un’etica dell’esistenza fondata su tradizioni e valori sociali. Dopo il liceo classico, accantona il sogno di iscriversi a Medicina o di fare la giornalista. Decide per Giurisprudenza e nel 1985 diventa Magistrato. Una carriera brillante che la vede coprire il ruolo di giudice penale al Tribunale di Venezia e alla Pretura di Treviso, di Sostituto Procuratore a Treviso (dove affronta gravi casi di femminicidio) e di giudice del lavoro. Dal 2006 al 2010 è componente del Consiglio Superiore della Magistratura, tra le prime 10 donne magistrate nominate fino ad allora.
Nel 2011 è Consigliere alla Corte d’Appello di Venezia. Nel 2016 è ancora nel Comitato Direttivo alla Scuola superiore della Magistratura. Infine, nel 2020 il ritorno in Corte d’Appello a Venezia.
A Roma (1996-2002), all’Associazione Nazionale Magistrati – unica presenza femminile, alla prima giunta, insieme a personalità del calibro di Martone – si scontra con le difficoltà di una donna che abita a 500 chilometri di distanza e che è madre di una bambina di 10 anni. Luisa minaccia di abbandonare ma decide di non demordere, convinta a dare l’esempio alle colleghe più giovani: non si può aspettare che i diritti arrivino, si devono conquistare.
Nel 1996 entra nel Comitato Pari Opportunità del CSM, struttura che invece manca nell’Associazione. Luisa se ne fa promotrice e ottiene anche l’istituzione delle “quote di risultato” che assicurano una maggiore rappresentatività femminile all’interno dell’Associazione stessa.
Nel 2008 viene istituita la Rete Pari Opportunità delle Professioni Legali di cui Luisa è la prima Presidente. Si impegna per i diritti di donne appartenenti a tutte le professioni legali, sia a livello centrale che periferico, lavorando alla compatibilità dei ruoli di madri lavoratrici.
In procura si dedica anche al gruppo di lavoro dei soggetti deboli – donne e minori – che devono essere protetti da intimidazioni, ricatti o da un approccio investigativo a volte minimizzante e inadeguato.
Pari diritti, quindi, come base del progresso sociale e della società civile, convinzione e operato per i quali Luisa è stata insignita della civica benemerenza Riflettore donna 2012 dal Comune di Treviso. “E i diritti, una volta conquistati”, è il messaggio di Luisa alle nuove generazioni “vanno difesi e non dati mai per acquisiti una volta per tutte”.